Fucile cronofotografico sviluppato da Étienne-Jules Marey sulla base del foto revolver dal 1874 dell’astronomo francese Jules Janssen, interessato a studiare le fasi del Sole e i movimenti di Venere.
Marey sviluppò un dispositivo per catturare i movimenti degli uccelli che, strutturato come una pistola, doveva eseguire dodici scatti. Il funzionamento del fucile cronofotografico è molto simile a quello di un normale fucile, con impugnatura, cannone e tamburo rotante, solo che non portava proiettili ma lastre fotografiche con le quali catturava la luce ad alta velocità. Funzionava così: il cane veniva fatto arretrare all’estremità, il che permetteva al tamburo di muoversi dove c’erano le lastre fotografiche. Sul tamburo c’era anche un otturatore, che impediva alla luce di entrare quando non stava scattando una foto; mentre nel cannone era situato un obiettivo.

Risultati delle ricerche di Marey
Grazie all’invenzione ed a moderni reagenti chimici per Marey fu possibile effettuare scatti a 1/700 di secondo, con circa 12 immagini al secondo. Con il fucile cronofotografico Marey analizzò le tecniche di caduta dei gatti su quattro zampe, il salto degli umani e il volo degli uccelli.
I risultati ottenuti da Marey furono pubblicati il 15 Novembre 1891 sulla Rivista Generale delle Scienze. Un articolo di oltre trenta pagine descriveva in dettaglio metodi di scatto, strumenti utilizzati, ed applicazioni possibili, come lo studio della locomozione animale e l’analisi anatomica di movimenti compositi come la corsa di un uomo o il galoppo di un cavallo. Marey pubblicò anche studi sul movimento degli uccelli, ottenuti grazie al suo Fucile Cronofotografico e persino movimenti di zanzarotte al microscopio.
Infine, Marey scambiò la sua pistola cronofotografica con un cronofotografo: con questo poteva controllare il tempo di esposizione con un otturatore, la lastra delle foto era fissa. Marey sostituì la carta di vetro con il negativo fotosensibile - per ottenere più copie dei suoi scatti - che si muoveva autonomamente all’interno della fotocamera grazie ad un elettromagnete.